Ludovico Pesola e Giancarlo Brasca artefici della prima Comunità Terapeutica nel Lazio
Carla Voltolina e Sandro Pertini
Giancarlo Brasca Direttore Amm.vo dell’Università Cattolica
Gli operatori del gruppo terapeutico ritennero opportuno considerare l’aspetto della drammatica diffusione delle tossicodipendenze giovanili in Italia, soprattutto alla luce dei problemi della persona assuntrice di droga. Decisero quindi di costruire uno spazio, dove fosse possibile prendere in considerazione, in modo serio e senza occultamenti, questi nuclei critici,affrontarli ed elaborarli in un progetto di realizzazione individuale, finalizzato ad un rapido inserimento nella società. Questo spazio veniva individuato nella comunità terapeutica, pensata come luogo di vita e di conoscenza di se stessi, come momento di interazione maturativa,affiancato dall’esperienza psicoterapica,ai fini dell’integrazione e della progettazione di sé.
Padre Ludovico Pesola
Responsabile della prima Comunità
Terapeutica “Fratello Sole” (1978-1990)
I primi operatori della Cooperate
Massimo Delfini, Ivana Vitelli, Padre Ludovico Pesola,
Francesco Angelini, Angela Coletta, Angelo Cagossi,
M. Antonietta Carelli, Angioletta Battista, Maurizio Vannoli
Ultimo impegno di Giancarlo Brasca: l’AITA
Giancarlo Brasca aveva iniziato ad interessarsi delle problematiche riguardanti le farmacodipendenze già dal 1975, approfondendo aspetti sociali e culturali, confrontandosi con qualificati esperti del settore ed individuando persone disponibili ad impegnarsi in un progetto operativo. Dopo diversi incontri, come era sua abitudine,elabora il progetto di costituzione dell’Associazione Italiana contro le Tossicodipendenze e l’Alcoolismo (AITA), che si concretizza con il rogito del notaio Marcello Cavicchioni, a Roma il 19 ottobre 1978. L’AITA aveva come scopo lo studio, la prevenzione, la cura delle tossicodipendenze e dell'alcoolismo, il recupero, la riabilitazione, il reinserimento sociale dei tossicodipendenti, degli alcoolisti, degli emarginati e dei disadattati, ispirandosi a criteri scientifici ed ai valori cristiani,in ogni forma di promozione umana, senza fini di lucro.
Dott. A. Cicchetti Presidente dell’AITA
• la promozione di iniziative ed attività scientifiche, culturali e didattiche, per favorire una maggiore conoscenza delle cause,dei problemi e delle conseguenze, che provocano e comportano disadattamento, emarginazione,tossicodipendenze e alcoolismo, nei loro diversi aspetti, sanitari, psicologici, sociali,familiari, giuridici e spirituali;
• l’organizzazione e realizzazione di “Centri studi” nazionali ed internazionali con la partecipazione di soci e non soci, come pure altre iniziative in Italia ed all’Estero aventi finalità istituzionali analoghe o complementari a quelle dell’Associazione;
• corsi per operatori ed educatori, sia professionali sia volontari, per problemi del disadattamento, dell’emarginazione e, in particolare, delle tossicodipendenze e dell’alcoolismo, in rapporto sia alla prevenzione che al reinserimento sociale;
• l’organizzazione e realizzazione di “Comunità terapeutiche” per il recupero ed il reinserimento sociale di tossicodipendenti e di alcoolisti;
• promuovere, patrocinare, curare qualsiasi altra iniziativa o attività che era ritenuta, dal Consiglio di Amministrazione, opportuna per il perseguimento dello scopo dell’Associazione e per reperire i mezzi occorrenti, anche mediante convenzioni con le Autorità competenti, con gli Enti responsabili e con le altre Istituzioni che perseguono scopi analoghi a quello dell’Associazione in Italia ed all’Estero.
Dr. A. Ricciuto Presidente Collegio Revisori dei Conti dell’AITA
L’Associazione Italiana contro le Tossicodipendenze, l’Alcolismo, l’Emarginazione e il Disadattamento
Il 1° febbraio 1980, per esigenze organizzative, l’AITA viene trasformata, con rogito del notaio Marcello Cavicchioni, in Associazione Italiana contro le Tossicodipendenze,l’Alcolismo, l’Emarginazione ed il Disadattamento (AITAED), con sede legale in Roma. Gli organi gestionali eletti dai soci fondatori risultavano così composti: Consiglio di Amministrazione: p. Ludovico Angelo Pesola, presidente; dott. Mario Cagossi, vicepresidente; Angela Coletta, consigliere; Angioletta Battista e dott. Luigi Vaccaro, consiglieri. Collegio dei Revisori: dott. Fabrizio Alliata di Montereale, presidente; dott. Arnaldo Ricciuto, membro; rag. Mario Mariani, membro.Presidente del Comitato Scientifico: dott.Antonio Ciocca.Nel 1982, l’AITAED ha organizzato corsi di formazione per operatori psicosociali nel campo delle tossicodipendenze. Tali corsi, semestrali o annuali, furono promossi e finanziati dalla Regione Lazio e, in occasione di un corso pilota della CEE, hanno visto la qualificata partecipazione di docenti di indubbia capacità ed esperienza nel settore. Visto il notevole livello di preparazione raggiunta da gran parte degli operatori licenziati da detti corsi, l’AITAED ritenne di avvalersi della loro collaborazione, promuovendone l’impiego e la valorizzazione nelle attività interne dello stesso Ente ed in altre realtà operative nazionali.
Nel 1984 l’AITAED è riconosciuta come Ente Ausiliario della Regione Lazio per la riabilitazione di alcolisti e tossicodipendenti e viene iscritta all’anagrafe nazionale delle ricerche del Ministero della Pubblica Istruzione. Il lavoro svolto sul campo dagli operatori dell’Associazione ha maturato nel tempo un notevole patrimonio di esperienze originali. L’attenzione alla persona e ai suoi problemi psicologici ha portato, come logica conseguenza, a progetti terapeutici individuali. Gli operatori, medici, psicologi, assistenti sociali ed educatori, hanno frequentato corsi di formazione presso la stessa Associazione, nell’ambito di un progetto di specializzazione sui settori d’intervento per l’alcolismo e le tossicodipendenze. Le loro competenze vanno dalla psicodiagnosi, alla consulenza e terapia familiare, alla terapia individuale e di gruppo, all’animazione culturale e ricreativa di gruppo, alla visita domiciliare. L’AITAED ha promosso a Roma, nel 1984, il Convegno Internazionale su “La cultura della dipendenza”, con la partecipazione di qualificati studiosi, come C. Olivenstein, E. Gaddini, R. Kaés, G.P. Lemoine, etc. Pubblica dal 1987 quaderni monografici (“Quaderni, AITAED”) sui temi della tossicomania, dell’alcolismo e del disagio giovanile. Ha promosso e sviluppato ricerche d’interesse nazionale, in collaborazione con l’Università Cattolica di Roma e con l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti; ricerche volte ad affrontare e definire scientificamente temi di forte interesse nel campo delle tossicodipendenze, come: “Problemi della istituzione di un club per alcolisti in trattamento in area metropolitana”; “Caratteristiche e struttura di personalità in alcolisti metropolitani, prima e dopo l’intervento psicosocioterapeutico (risultati del follow-up ad un anno)”; “Tipologia ed analisi dell’utenza di Comunità Terapeutiche per tossicodipendenti a diverso orientamento. Analisi comparativa di programmi e risultati terapeutici in tre esperienze nazionali”. Alla fine degli anni 80 padre Ludovico Pesola apre la Comunità Terapeutica “Sorella Luna”. AITAED e Cooperate decidono di operare autonomamente. Il francescano muore il 2 marzo 1993. Attualmente Sorella Luna aderisce al gruppo assistenziale “La Tenda” di don Nicola Bari
Evoluzione gestionale della comunità da Associazione e Cooperativa
Il 26 giugno 1981, davanti al notaio Marcello Cavicchioni, si stipulò il rogito per la costituzione della Cooperate (Società cooperativa per la riabilitazione di alcolisti, tossicodipendenti ed emarginati), che assume la gestione terapeutica ed amministrativa della comunità “Fratello Sole”, attiva da luglio del 1978.
Dott. Francesco Angelini Presidente della Cooperate
Il Programma terapeutico, frutto di una permanente evoluzione, è nato dalla sperimentazione di tre modelli diversi.
Nel primo modello, era previsto nella CT un solo gruppo psicoterapico a carattere “istituzionale”, in quanto la partecipazione ad esso veniva a coincidere con la partecipazione al programma stesso della comunità. Il gruppo era, infatti, aperto in modo continuo alle nuove ammissioni e le dimissioni da esso avvenivano in modo automatico al termine dei 12 mesi del programma. In tal modo difficilmente il gruppo riusciva ad assumere un significato autonomo rispetto alla vita della comunità ed inoltre veniva a mancare agli ospiti, proprio nella terza fase, quella dell’uscita dalla comunità, che è molto delicata dal punto di vista psicologico, in quanto espone subito al rischio della ricaduta. D’altra parte, risultò molto difficile proseguire l’esperienza del gruppo con le altre psicoterapie esterne, a cui inizialmente si sperò di affidare l’ulteriore prosecuzione del cammino terapeutico degli ospiti.
Nel secondo modello c’è un altro importante cambiamento nel senso della riduzione della precedente “aggressione terapeutica”: sono sospesi il role playing ed il training autogeno; il gruppo di psicoterapia diventa bisettimanale e viene esteso nella durata a 24 mesi, in modo da accompagnare l’ospite anche durante la fase di uscita al termine del programma. Al fine di renderne più autonomo ed incisivo il significato, il gruppo viene articolato in due fasi. La prima è aperta in modo da accogliere le nuove ammissioni decise dalla CT e la seconda chiusa, vale a dire con le stesse persone fino alla fine, indipendentemente dalle loro ulteriori vicende con la CT, in modo da permettere un lavoro psicologico più approfondito e personale. La durata delle due fasi è annuale. Sono poi valorizzati maggiormente gli aspetti non strettamente terapeutici della CT ed, in particolare, il lavoro che si è sviluppato attraverso l’impianto di una moderna tipografia e lo svolgimento di corsi professionali regionali di litografia e fotocomposizione, con il rilascio di un attestato di qualifica professionale.
Il passaggio al terzo modello terapeutico è caratterizzato dalla introduzione del rapporto tutoriale, per cui ogni ospite ha il proprio operatore di riferimento che lo prende in carico dal primo contatto con la CT fino alla conclusione del programma, di norma attraverso colloqui settimanali. L’esperienza di tutor viene discussa nelle riunioni cliniche dello staff ed è anche oggetto di supervisione esterna e di lavoro formativo personale dei vari operatori. Questo cambiamento è stato motivato dalla necessità di mediare il rapporto con la istituzione, attraverso quello interpersonale, in modo da facilitare e sostenere l’autonomia dell’ospite. I risultati ottenuti sono fortemente positivi, sia per quanto riguarda le percentuali di rispetto del programma terapeutico (minori abbandoni, maggiori compimenti a termine), che i conseguimenti a più lungo termine (minori ricadute, maggiori successi di reinserimento sociale e di mantenimento dell’astinenza da droghe.
Strutture ed attività di cooperate nella regione lazio
Comunità Terapeutica Residenziale “Fratello Sole” - Santa Severa (Roma) È doveroso ricordare che, nei momenti economicamente più critici per la Cooperate, gli amici di Giancarlo Brasca - personalità del mondo politico, culturale ed ecclesiastico - sono sempre intervenuti in forma straordinaria per garantirne la continuità. Ciò è accaduto puntualmente nel 1982, nei primi anni di attività della Cooperate. Un momento drammatico per la sede operativa “Fratello Sole” di S. Severa; un violento nubifragio aveva colpito duramente la costa laziale provocando danni ingenti: bisognava intervenire rapidamente per salvare la sede destinata al recupero dei giovani vittime della droga.Il gruppo di questi amici - Raimondo Manzini, Filippo Carpi De Rosmini, Ebba Tamm Dalla Chiesa, Raniero Benedetto, Valerio Volpini, Pier Giorgio Liverani, Maria Romana Catti De Gasperi, il principe Fabrizio Alliata di Montereale, Vanni Scheiwiller, Giuseppe Appella, Gianni Letta, Franca Zambonini, Giuseppe Morgante, padre Carlo Cremona, mons. Pasquale Macchi - con il coordinamento di Giuseppe Pallanch, capo ufficio stampa dell’Università Cattolica e di Francesco Angelini, dirigente della stessa Università e presidente della Cooperate, si misero rapidamente al lavoro. La strada scelta per reperire fondi fu quella di lanciare un appello agli artisti italiani, richiedendo la donazione di una loro opera per salvare la comunità dai danni procurati dal nubifragio. A dodici mesi di distanza, il 21 aprile del 1983, venne battuta l’asta di oltre 200 opere dalla prestigiosa “Christie’s” nella sala gialla dell’hotel Excelsior di Roma, messo a disposizione senza alcun onere per la Cooperate, dalla CIGAHOTELS, per tre giorni. Un consistente numero di artisti illustri6 aderirono all’iniziativa. La Christie’s, nella persona del dott. Lodifè, si fece carico della stampa di un prezioso catalogo, affidato alla cura dell’arch. Aldo Casanova.
Significative testimonianze per l’iniziativa furono espresse dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, dal Ministro della Sanità Renato Altissimo, dal Presidente della Regione Lazio Giulio Santarelli, dal Rettore della Cattolica Giuseppe Lazzati, dal Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori frà Giovanni Vaughn. Il ricavato dell’asta riuscì a togliere dalle difficoltà economiche la comunità “Fratello Sole”, che riprese la sua normale attività istituzionale, grazie soprattutto ai locali messi a disposizione dall’“Opera Don Guanella”, ubicati in Santa Severa, nelle immediate vicinanze di Roma. In altri momenti di particolare difficoltà, ci sono sempre stati il conforto, l’aiuto ed il sostegno del prefetto di Roma dott. Alessandro Voci, del cardinale vicario Ugo Poletti, presidente della CEI, del prof. Adriano Bausola, rettore della Cattolica, del dott. Domenico Lofrese, successore di Giancarlo Brasca, dell’ing. Giuseppe Morgante, direttore di sede della Facoltà di medicina, e di tante altre personalità. Con esse gli ospiti della comunità, unitamente ai loro genitori ed operatori, in più occasioni è stato festeggiato il Santo Natale. L’appuntamento, diventato tradizione annuale, avveniva nella “Casa dell’Aviatore” per gentile concessione del generale comandante della 2a Regione Aerea, Michele Sicoli.
Tipografia
Il Presidente della Cooperate, in quell’occasione, rese noto, che il Consiglio di Amministrazione aveva in programma, per gli anni successivi, un potenziamento dell’attività formativa, per offrire la possibilità ai giovani ospiti della comunità di acquisire, durante la loro permanenza, non solo nozioni relative al processo di stampa Offset, ma una preparazione specifica sulle tecniche più avanzate di grafica, fotocomposizione, allestimento e conduzione aziendale di una tipografia modello. La nuova sede operativa “Giancarlo Brasca” sarebbe stata costruita su un terreno già acquistato dalla Cooperate in località Tolfa (Roma).
Struttura e organizzazione della Comunità Terapeutica “Fratello Sole”
Tipologia del servizio. La Comunità Psicoterapeutica è un servizio residenziale di secondo livello. Prevede la permanenza degli ospiti per un periodo di circa 24 mesi, attraverso un percorso terapeutico finalizzato ad una sempre maggiore autonomia e ad un pieno recupero. È uno spazio protetto in cui si utilizzano strumenti terapeutici informali (la vita comunitaria, il lavoro, il tempo libero) e formali (colloqui individuali, gruppi di psicoterapia, assemblee di comunità) come occasioni per promuovere riflessioni sulle esperienze personali e porre attenzione alle problematiche psicologiche profonde che hanno condotto all'uso di sostanze. Destinatari dell'intervento. Tossicodipendenti, con almeno 18 anni, di entrambi i sessi; tossicodipendenti con diagnosi multiple; tossicodipendenti sottoposti a misure alternative della detenzione. Descrizione del servizio. La Comunità Terapeutica di S. Severa (Roma) è collocata all'interno del paese e può ospitare 28 persone. Lo staff terapeutico, composto da psicologi, assistenti sociali e operatori di Comunità, è assistito e supervisionato da consulenti psichiatri. Vi si accede su richiesta dei Ser.T. del SSN (con cui è convenzionata) e dopo disintossicazione fisica. Prima dell’ammissione in Comunità Terapeutica è previsto un programma di accoglienza non residenziale o residenziale, in cui si sondano le motivazioni, si approfondiscono le problematiche sia individuali che familiari e si verifica la rispondenza fra queste ed il tipo di programma offerto. Dal momento dell’ingresso, l’utente è preso in carico da uno psicologo, con funzioni di "tutor", che lo seguirà individualmente fino alla fine del programma. Il programma è articolato in tre fasi, ben differenziate, che riproducono, simbolicamente, un cammino dalla dipendenza, all’autonomia, alla piena responsabilizzazione.Le attività terapeutiche comprendono:
- due assemblee socioterapeutiche settimanali, per la discussione delle le dinamiche interpersonali che si sviluppano nel contesto istituzionale;
- due sedute settimanali di psicoterapia di gruppo a conduzione analitica, per un approccio ed elaborazione delle problematiche psicologiche più profonde;
- colloqui psicoterapeutici individuali con il tutor con funzione di appoggio, mediazione ed integrazione tra la realtà individuale e tutta l’esperienza della Comunità Terapeutica;
- riunioni di fase come condivisione e approfondimento degli aspetti critici peculiari di ciascuna delle tre fasi del programma.
Ogni momento ed attività della Comunità contribuisce, tuttavia, alla creazione di un setting terapeutico ampio in quanto capace di riattivare esperienze interne e passate. La funzione di sostegno all’“Io”, propria della Comunità, si svolge stimolando ed incoraggiando gli utenti a riappropriarsi e a coltivare aspetti di competenza culturale, sociale e professionale trascurati o impoveriti. Sono stimolati i rapporti con l’esterno, la ripresa degli studi e si offrono occasioni di formazione professionale e di laboratori di lavoro. La C.T. svolge inoltre una funzione di garanzia e rassicurazione al momento della elaborazione della separazione, mantenendo attivi alcuni spazi terapeutici e utilizzando alloggi protetti fino allo svincolo definitivo
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